Ho avuto la possibilità di avvicinarmi al mondo delle api e ne sono rimasta davvero estasiata!
Chi ha letto la sezione a me dedicata già lo sa, per gli altri vi mando qui.
Ed è per questo che ho deciso di parlarvi del mio “battesimo” con la tuta gialla e della vita delle api nell’alveare.
Il primo giorno in veste di apicoltrice lo ricordo bene, ero un po’ spaventata perché non sapevo cosa aspettarmi, ma allo stesso tempo ero emozionata di poter vivere finalmente le api da vicino.
Dico finalmente perché il mondo dell’alveare mi incuriosiva da sempre, già da piccola quando mi recavo a comprare il miele dall’apicoltore del paese ero al settimo cielo.
Non avevo grandi compiti quel giorno, se non quello di portare i materiali necessari ai miei compagni ben più esperti di me.
Nonostante questo la mia curiosità mi portava sempre dalle arnie, da quel ronzio che proveniva dalla casetta che mi donava un gran senso di pace.
E così quel giorno è diventato il primo di molti.

Api e vita nell'alveare

Le api sono degli insetti appartenenti alla famiglia degli imenotteri, un ordine che comprende tutti gli insetti definiti sociali dotati cioè di straordinarie capacità organizzative.
Questo consente loro di vivere in modo molto organizzato in gruppi molto numerosi.
Le api domestiche vivono nell’arnia, una struttura ampia che permette loro di riprodursi e di sviluppare un’intera famiglia; una volta che l’arnia è abitata prende il nome di alveare.
Un alveare è costituito da migliaia di api che rappresentano un unico superorganismo in cui ogni individuo svolge un proprio ruolo.
Questo superorganismo si nutre con l’aiuto delle api operaie bottinatrici che portano il cibo all’alveare per tutti gli abitanti e cresce grazie all’ape regina che in base al nutrimento disponibile riceve maggiore o minore stimolo a depositare le uova.
Il cibo è connesso anche alla costruzione dei favi di cera necessari per la deposizione delle uova.
Quindi il superorganismo si riproduce fino a raggiungere un numero limite oltre il quale un gruppo si stacca andando a formare un altro superorganismo.
Ciò che regola le funzioni biologiche di quest’ultimo sono i ferormoni che sono prodotti ed emanati nell’ambiente da ogni ape, passando da un individuo all’altro coordinano le funzioni di ogni singolo componente dell’alveare.

Ad ognuno il suo!
In un alveare si può trovare: una sola ape regina, le api operaie, i fuchi o maschi e la covata (le api giovani).


- Le operaie rappresentano l’organo lavorativo e sono molto numerose, possono essere 10.000 in inverno per poi passare a 50.000-60.000 in estate, e svolgono un ruolo fondamentale nel controllo e nella vita nell’alveare. Svolgono numerose mansioni intervenendo in ogni singola fase della vita nell’alveare, per questo il loro corpo è dotato di strumenti che le consentano di eseguire tutti i compiti di cui c’è bisogno. Ad esempio con le ali regolano la temperatura interna assicurando la ventilazione dell’alveare, sugli arti inferiori hanno spazzole e cestelli ai quali viene fatto aderire il polline o la propoli in pallottoline da portare all’alveare, la bocca è strutturata in modo da poter accumulare il nettare dei fiori. Nel corpo hanno ghiandole ceripare che sono in grado di modellare e utilizzare la cera per costruire e mantenere pulita la loro casa, sono dotate di pungiglione che usano in caso di pericolo. Le api operaie sono femmine sterili, quindi non depongono uova se non in casi eccezionali.
- L’ape regina è l’unica femmina feconda, nasce da un uovo fecondato deposto in una cella costruita appositamente per lei, chiamata cella reale. È più grande rispetto alle altre api perché possiede organi riproduttivi completamente sviluppati per deporre circa 2.000 uova al giorno. L’unico contatto che essa ha con il mondo esterno è durante il volo nuziale di accoppiamento, una volta uscita dall’arnia rilascia una sostanza volatile profumata che richiama i fuchi i quali si riuniscono in un corteo dietro alla regina. Quando i maschi sono a circa un metro di distanza rilascia una seconda sostanza odorosa che spinge il primo fuco ad accoppiarsi. L’accoppiamento provoca la morte del fuco, e così via fino ad un massimo di quindici maschi.

- I fuchi sono i maschi della famiglia deputati all’accoppiamento con la regina, non hanno pungiglione e sono più grandi delle operaie. Il loro numero varia da 200 a 1.000 e sono presenti esclusivamente durante la stagione primaverile-estiva, quando le nuove api regine vengono allevate.
- La covata comprende le api giovani, ogni ape è allevata in una cella del favo. Nelle celle libere vengono depositati miele e polline come materiali di riserva.
Tutti gli individui presenti nell’alveare si nutrono principalmente di miele, il quale fornisce le energie di cui le api necessitano.